lunedì 9 gennaio 2012

Una finestra sul passato

Le belle giornate con cielo sereno e temperatura moderatamente fredda contribuiscono ad aprire una finestra sul nostro passato rurale. Molti ricorderanno, anche perchè quel tempo non è molto lontano, alcune attività tipiche di questo mese: fare il maiale, pulire i prati, potare i castagni e accatastare la legna (zùpà), vangare, (rivoltare la terra), per fare gelare le erbacce. Il lavoro più entusiasmante era certamente il primo. Fare il maiale era una vera e propria festa per chi il maiale ce l'aveva, ma anche per gli altri perché qualcosa ci scappava sempre. Fosse pure un pezzetto di preziosissimo lardo, un pò di strutto, un 'roccetto di salsiccia matta', una cotica per fare la minestra o un osso spolpato per fare i  frascadèi. Per una buona stagionatura dei salumi ci voleva il tempo adatto e soprattutto il sale 'dosato col misurino'. Nel nostro Appennino il maiale era sacro. Figuriamoci nella parte emiliana! Qui era un affare e ancora è una validissima industria. Nei valichi più noti transitavano le vie del sale che giungeva soprattutto dal porto di Livorno, e Pontremoli era un luogo di smistamento fondamentale. Ma quelli che non volevano pagare il dazio attraversavano il crinale su sentieri scoscesi a dorso di mulo ... e, manco a dirlo, i doganieri erano fregati. Tu guarda come è fatto il mondo!!!

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