lunedì 17 novembre 2014

Ce ne sono tanti

Ce n' erano e ce ne sono ancora tanti. Si tratta dei "casoni", antichi essicatoi del nostro Appennino edificati  nei castagneti a poca distanza dai centri abitati. Manufatti costruiti nel corso dei secoli dai proprietari per i quali non era agevole portare subito in paese le castagne raccolte, fino alla grande emigrazione del dopoguerra furono attivi ed efficienti. Poi è iniziato l' abbandono e il lento disfacimento. Un po' è valsa l' opera del tempo, un po' la mano dell' uomo con prelievo di sassi lavorati e di piagne. Insomma, per chi ha orecchio per intendere potremmo dire con una similitudine che "quel che non fecero i barbari fecero i Barberini".
Succisa, ma anche gli altri paesi, è ricca di questi fabbricati rurali, ormai quasi tutti diroccati, portatori di storia e di cultura contadina. Pensate che in poche decine di ettari se ne contano accatastati, e già nelle mappe leopoldine (1825-26), più di venticinque. Un vero patrimonio (ora turistico?) lasciato diroccare anche per la stupidità di chi, invece di contribuire a tenerli in piedi e ristrutturali, vi ha caricato sopra solo tasse.

 Il "Casone di Cella" in località Fontanelle. Esterno e interno.



1 commento:

  1. In Toscana c'è un'agenzia immobiliare che li propone, anche online, come "graziosi monolocali indipendenti circondati dal verde, ecc..." con un po' di fantasia...magari monolocali no ma come casotti per gli attrezzi funzionerebbero, se non fossero stati lasciati andare.

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